giovedì 28 aprile 2011

Venerdì 29 Aprile, Presidio alla Prefettura di Perugia

Venerdì 29 aprile il Comitato 2 SI per l'Acqua Bene Comune ha convocato dei presidi davanti alle Prefetture di varie città d'Italia, a Perugia il presidio è stato convocato 


dalle ore 12,00 alle ore 14,00 ai giardini in Piazza Italia
davanti alla Prefettura 
il Comitato Umbria VOTA SI PER FERMARE IL NUCLEARE ha  ritenuto opportuno, dichiara la Portavoce Alessandra Paciotto, utile e doveroso aderire e partecipare al Presidio promosso dal Comitato umbro 2 SI per l'Acqua Bene Comune 
L’operato del Governo che secondo le dichiarazioni dallo stesso Premier, vuole solo impedire agli italiani di esercitare il loro diritto costituzionale ad esprimersi contro o a favore del programma nucleare.



Diventa, allora ancor più necessario riaffermare, anche pubblicamente, anche scendendo in piazza, che i referendum devono rimanere quello strumento voluto e garantito dalla Costituzione che permette la partecipazione attiva da parte dei cittadini alla vita politica del paese, soprattutto sulle questioni più rilevanti. 

E' necessario manifestare perché i cittadini il 12 e 13 giugno possano andare alle urne, secondo il nostro punto di vista, per fermare definitivamente il nucleare in Italia e per impedire la privatizzazione dell'acqua.

E' necessario manifestare perché il ritardo dell'approvazione del regolamento per la par condicio toglie di fatto ai cittadini e alle cittadine il diritto ad essere informati

 Questo il testo della lettera che intendiamo consegnare al Prefetto:

Ill.mo Prefetto,
durante la conferenza stampa con il Premier  francese Sarkozy, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ammette  che l’emendamento al Dl  “Omnibus”  approvato dal Senato non è un vero addio al nucleare, ma soltanto una pausa dettata dalla necessità di bloccare il referendum e aggiungendo poi che quando sarà passata la emotività dell’opinione pubblica  provocata dalla tragedia di  Fukushima il governo riproporrà  il proprio programma nucleare, oggi, oggetto di Referendum .
Consideriamo questa ammissione una grave conferma del fatto che  l’emendamento con il quale il Governo intende rendere inutile il quesito referendario sul nucleare è soltanto una manovra dilatoria  per impedire agli italiani di decidere democraticamente del  loro futuro: un espediente per impedirci di esercitare un nostro diritto costituzionale.
Il Governo vuole, per sua stessa ammissione, evitare che gli Italiani si esprimano attraverso il Referendum in questo modo facendo venir  meno  il diritto dei cittadini a far sentire la loro voce, quale che sia l'opinione di ciascuno.
Ma non bisogna dare per certa la cancellazione del Referendum: dopo l'approvazione al Senato del Decreto Legge, modificato con l'emendamento, perché queste modifiche diventino legge debbono essere approvate nello stesso testo alla Camera; se la Camera cambia il testo la legge dovrebbe tornare al Senato per l'approvazione definitiva; poi il testo deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e solo a quel punto la Cassazione potrà giudicare se i quesiti referendari sono stati assorbiti dalle modifiche legislative; fino alla pronuncia della Cassazione il referendum c’è ed alla pronuncia della Cassazione potrebbe seguire un eventuale ricorso su cui far pronunciare la Consulta. 
La propaganda referendaria sul nucleare potrà continuare fino a quando ci sarà la sentenza ufficiale della Corte di Cassazione.  
In altre parole non è il Governo, che può decidere se il Referendum ci sarà oppure no. 
Questo giudizio può darlo solo la Cassazione. 
Il Comitato  Umbro Vota SI’ per fermare Il Nucleare continuerà la propria campagna referendaria per ribadire che il nucleare è una scelta vecchia, sbagliata, impopolare e antieconomica per l'Italia, per far sapere che il referendum c’è e che questo è l'unico vero strumento non solo per togliere di mezzo il nucleare e soprattutto per esercitare la democrazia. 
Certi della sua sensibilità ai temi della democrazia, del rispetto della Costituzione e dei diritti dei cittadini La invitiamo quindi a vigilare, nel corso della Sua attività istituzionale, in modo da garantire la piena espressione democratica, facendo in modo che il percorso verso la consultazione referendaria, sia caratterizzato dal rispetto delle regole ed in primis dal diritto dei cittadini ad essere correttamente informati; diritto già gravemente compromesso dalla grave situazione di stallo dell'approvazione del regolamento in materia di comunicazione politica presso la Commissione di Vigilanza RAI, il cui ritardo, di fatto, impedisce alla maggior parte dei cittadini e delle cittadine italiani di accedere ad una corretta informazione sui referendum di giugno, come invece la Legge prevede.
Cordialità".

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